San Diego (Ca) Oct. 25-27, 2023
🇮🇹 “We’re flying now the Grand Canyon” annuncia la voce del pilota. Sono stati giorni di prime volte e debutti. La prima volta a San Diego e sulle spiagge californiane, la prima volta del contatto con l’acqua del Pacifico. La prima volta del mezcal – datemi mezcal per tutta la vita. La prima volta de “La Mia Idea – Memoria di Joe Zangara” in California e il mio debutto al pianoforte durante lo show. Stava lì, nella Hall of Nations, e che fai? Non lo inglobi nel tutto? Sono stati giorni intensi e piacevoli. Il merito è certamente da ricondurre al gruppo col quale si condividono spazi comuni, strade, visioni, cene. Senza le persone giuste la sosta in città sarebbe risultata una visita turisticamente rapace e distratta. Il provvidenziale Dario invece ci ha fatto vedere i luoghi degli autoctoni. Cose che in un giorno non avremmo certamente intercettato.
La Old Town pronta a Lo Dias de los Muertos. Bird Rock e la bellissima Blacks Beach. I leoni marini di La Jolla Cove e lo skyline notturno ammirato da uno speakeasy che reputare esclusivo sarebbe eufemistico.
Come ogni viaggio arriva il momento della passeggiata in solitudine che mi concedo ovunque vada e con chiunque io sia. Serve a raccogliere idee, rallentare l’andatura, predispormi ad una performance o semplicemente tacere le voci. Mi inoltro in Balboa Park in una mattina soleggiata e calda. Il vento ad intermittenza mi costringe a togliere e indossare la giacca con conseguente esposizione alle folate e raffreddore che, ancora non lo so, tornerà a far visita.
Il parco offre molti scorci e costruzioni di chiara matrice ispano-messicana. La religiosità è ovunque. Del resto tutta questa area di West Coast è un florilegio di San/ti: Diego, Francisco, Rafael, Sacramento, Rosa.
La visita al Japanese Friendship Garden, altra prima volta per me in un giardino zen, è anticamera di ciò che prima o dopo avverrà in Giappone.
Il debutto di Joe avviene in una delle Hall situate nel parco. La sala non è tipicamente un teatro ma l’estro italico, si sa, non è un luogo comune e qui Ernesto, Laura, Donatella, Rosario e Antonella si prodigano al meglio per rendere lo spazio quanto più vicino ad un teatro off. Partecipo con qualche suggerimento funzionale.
Si va IN SCENA.
Il pubblico numeroso presente alla venue di San Diego assiste ad un Unicum: molta intensità attoriale di Ern, bravo più del solito. Alla fine molti applausi e nessuno che abbia sparato sul pianista, anzi.
La permanenza in città si conclude a Coronado in compagnia di vecchi amici italiani rincontrati dopo decenni e nuovi conosciuti qualche giorno fa. Piacevolissime conversazioni, confronti su way of life, rimembranze e prospettive. Antonella e Marco sono stati tanto gentili e affettuosi, manifestandomi una stima inaspettata. Pietro gentilissimo e cuoco da paura. Se vi capita di venire in città andate al Civico 1845 su India St. Normalmente all’estero non mangio mai nei ristoranti italiani un po’ per scetticismo auto generato e perché fedele alla regola di assaggiare solo cose local o mai provate.
Stavolta aver derogato è stato un bene: al Civico la cucina italiana vola alta. La permanenza è giunta al termine.
Metter mano alla valigia diventa sempre più difficile, pare che gli indumenti prolifichino.
Forse sarà qualche regalo preso.
San Diego è una città da visitare. Temperature quasi sempre piacevoli per tutto l’anno – ha detto Antonella. Per quanto riguarda il mito che vuole l’americano concentrato su se stesso posso solo portare la mia esperienza: in New York la gente offre spontaneo aiuto appena intuisce che potresti necessitare informazioni. Mi è capitato in qualche occasione – ad esempio quando dal Jersey sono arrivato in treno alla Penn Station e non c’erano segnalazioni. A San Diego il 95% delle persone incrociate per strada salutavano con gli occhi o col dondolio della testa. Elargendo gratuiti sorrisi come fossi a San Fili – sarà il fil rouge legato alla santità insita al nome?
È mattina e si vola per Santa Rosa.
L’organizzazione di InScenaTheater impeccabile. As Usual. Stavolta si viaggia in prima classe bevendo Bloody Mary. La mia chitarra in stiva sta bene.
Pool, 7 in buca d’angolo, 14 centrale.
🇺🇸 “We’re flying now the Grand Canyon” announces the pilot’s voice. It’s been days since the first time and debuts. The first time in San Diego and California beaches, the first time of contact with Pacific water. The first time of mezcal – give me mezcal all my life. The first time of “My Idea – Memory of Joe Zangara” in California and my piano debut during the show. It was there, in the Hall of Nations, and what are you doing? Don’t you incorporate it into the whole?
They were intense and pleasant days. The merit is certainly to be traced back to the people met without whom the stop would have turned into a touristy visit.
The wonderful Dario showed us places and things that we would not have intercepted in one day. The Old Town ready in Lo Dias de los Muertos. Bird Rock and the beautiful Blacks Beach. The sea lions of La Jolla Cove and the nocturnal skyline over the bay from a speakeasy that to consider exclusive would be euphemistic. As in any other of my trips it comes the time to take a walk in solitude. It is something that i allow myself wherever i go and with whoever i am. It serves to gather ideas, slow down, predispose me to a performance or simply silence the voices.
I go to Balboa Park on a sunny and warm morning.
The park offers many views and constructions of clear Hispanic/Mexican matrix. Religiosity is everywhere. After all, this whole area of the West Coast is a florilege of Saints: Diego, Francisco, Rafael, Sacramento, Rosa. A visit to the Japanese Friendship Garden, another first time for me in a zen garden waiting for see one in Japan.
Joe’s debut takes place in one of the Halls located in the park. The hall is not typically a theater but the Italic estrus is not a cliché and so Ernesto, Laura, Rosario and Antonella do their best to make the Hall a corner of theater. My functional suggestions make it all more complete. Now ON STAGE!!!
The large audience in San Diego attends a Unicum: a lot of acting intensity of Ern, better than usual. In the end no one shot the pianist!
The stay in the city ends in Coronado in the company of old Italian friends who were re-encountered after decades and new ones he met a few days ago. Very pleasant conversations, comparisons on way of life, memories and perspectives. Antonella and Marco were so kind and affectionate. Pietro very kind and an amazing cooker.
If you come in town, go visto the Civico 1845. When abroad I do not eat in italian restaurants because of a little out of self-generated skepticism and because i wanna test only local things or never tried. This time having derogated was good: at the Civico the italian cuisine flies high.
The stay has come to an end. Putting stuff in the suitcase becomes more and more difficult, it seems that clothing is proliferating. Maybe it’s only because the gifts.
San Diego is a city to visit. Temperatures pleasant throughout the year – said Antonella. As for the myth that the wants American focused on himself i can only bring my experience: in New York people offer spontaneous help as soon as they sense that you may need information. It happened to me on some occasions – for example when i arrived by train from Jersey at Penn Station and there were no info. In San Diego 95% of people crossed on the street greeted with their eyes or moving heads. With free smiles as if you were in San Fili, my country – it is the fil rouge related to the holiness inherent in the name?
It’s morning and we fly to Santa Rosa. The organization of InScenaTheater is perfect. As Usual. This time i travel in first class drinking Bloody Mary. My guitar case is safe.
Pool, 7 in the corner, 14 in the center.