Freefolk & Free Words pt.1

Vi racconto il mio paese.

Questo è il mio Joshua Tree.
Situato in un luogo a me caro da prima che me ne rendessi conto.
Ci si abitua ad alcuni scorci che la sola idea di vederli cambiati intimorisce.
Io non mi abituo mai e forse inconsciamente lo fotografo ogni volta che vengo qui, anche per paura di ritornare e non trovarlo.
È uno dei luoghi dove mi intrattengo ad ascoltare il “suono del silenzio”, che poi non è mai del tutto silente. Siedo sulla solita panchina e resto in contemplazione.
Alle mie spalle lo sfrecciare delle auto sulla superstrada da e verso la città o su per la montagna che poi riversa a mare.
Capita di incontrare qualcuno e talvolta, lo ammetto, la cosa genera un pizzico di fastidio perché interrompere l’ascolto interiore, il pensiero e il perdersi.
Ma nei piccoli posti finisce per conoscersi tutti e un breve cenno di capo o qualche sillaba è buona creanza condividerla “Altrimenti che figura fai, Max”.
I silenzi nella mia musica, le atmosfere dilatate ,alcuni sapori legnosi contenuti nel mio ultimo disco #Freefolk credo si possano ricondurre anche a luoghi come questo e al “Curciu e Catalano” un castagno mezzo secco e mezzo vivo che è il mio Joshua Tree

A chi mi incontrerà dopo aver letto questo scritto: sarà sempre bello incrociare lo sguardo e condividere un cenno di testa. Nel silenzio tipico di chi vive i piccoli luoghi.

Fate i bravi
mg

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